Dopo mesi di recupero veloce, ampio e dissociato dai dati economici reali, qualche nodo in più sta emergendo e le aspettative dei mercati iniziano a confrontarsi con la realtà fatta da una diffusione del contagio e da un tessuto economico che misura i danni in termini di Pil
L’inizio della fase estiva si caratterizza per l’innalzamento della temperatura anche sui mercati finanziari. Dopo mesi di recupero veloce, ampio e dissociato dai dati economici reali, qualche nodo in più sta emergendo e le aspettative dei mercati iniziano a confrontarsi con la realtà fatta da una diffusione del contagio che prosegue, in alcune zone senza controllo, e da un tessuto economico che misura i danni in termini di Pil e di fatturato mancato e molto probabilmente mancante anche per i trimestri a venire.
Con l’arrivo della sorpresa “Coronavirus”, che ha causato la più rapida e profonda recessione che la storia ricordi, le Autorità Monetarie sono state pronte e velocissime ad organizzare un intervento di intensità ed efficacia altrettanto eccezionale che, unito agli interventi dei governi a sostegno del reddito delle famiglie e della liquidità delle imprese, ha bloccato sul nascere le tensioni sui mercati. Di fronte, dunque, al rischio di una esplosione della crisi da debito, le banche centrali hanno abbassato i rispettivi tassi a livelli storicamente minimi e non saranno in grado di rialzarli per molto tempo, inviando in tal modo un messaggio molto chiaro: indebitatevi, è il momento di farlo!
Affondando ancora un po’ di più in questa era monetaria dove il denaro è gratuito per l’economia globale si delineano conseguenze molto significative. L’azione delle banche centrali, che mantengono i tassi di interesse a zero, è il fenomeno finanziario principale che influenzerà tutti gli altri. Permetterà a Stati, Imprese e Famiglie un maggior indebitamento il cui peso però a livello di bilancio sarà proporzionalmente più leggero e sarà sostenibile almeno finché la crescita economica lo supporterà ed il costo dei finanziamenti rimarrà basso.
Le conseguenze di tale paradigma sui mercati finanziari si sono immediatamente trasmesse e, poiché le obbligazioni non rendono più nulla, gli investitori sono alla ricerca di rendimenti più elevati, anche se ciò significa assumersi maggiori rischi. Molti di loro hanno ripiegato e ripiegano sui mercati azionari.
Questo atteggiamento spiega le performance degli ultimi mesi, anche del mese di luglio che, tuttavia, ha mostrato qualche incertezza in più. Restano molto positivi gli Stati Uniti (+5.5%) ed in generale tutta l’area Emergenti (+6.4%) mentre soffrono ancora gli azionari Euro (-1.85%) ed il Giappone (-4.0%), solo la valuta (Dollaro debole) riesce a ristabilire un maggiore equilibrio a livello di saldo fra le aree principali. Le oscillazioni dei cambi trovano dunque un po’ di volatilità in più (Euro/Usd +4.8%, Eur/Yen +2.9%) mentre sulle materie prime il Petrolio si stabilizza a ridosso dei target a 45$ mentre sale molto l’oro che prosegue il trend positivo candidandosi al ruolo di assicurazione verso azioni ed obbligazioni.
Nello spazio del reddito fisso, il Fondo di Risanamento riduce in modo significativo la percezione di rischio sovrano in Europa mentre in generale il comparto ritrova stabilità e quotazioni a livello pre-crisi. Rimane il preoccupante contesto sanitario ed economico generato dal Covid, ma i mercati finanziari sembrano non vederlo: guardano certamente avanti, tra dati congiunturali in impennata e previsioni degli economisti difficilmente precise in questa fase.
La direzione di fondo è ben delineata e guidata dalla politica monetaria ma l’equilibrio di breve rimane più difficile da trovare e resta alta di conseguenza anche la volatilità. Nel complesso i mercati azionari sembrano immuni alle preoccupazioni contingenti ed a prima vista può sembrare che gli investitori si siano allineati con questa visione, ma uno sguardo più attento alle dinamiche sottostanti ci fornisce un quadro più puntuale di come i mercati si stiano sviluppando.
Le performance, del settore azionario in particolare, sono sostenute si dall’impatto politico e monetario ma sono anche ben indirizzate dall’effetto Covid e dalla nuova narrativa comportamentale che si sviluppa attorno al tema stesso. Ciò è ben visibile nella persistente sovraperformance dei settori che traggono beneficio dall’ambiente “Stay at Home” come tecnologia, servizi di comunicazione e commercio OnLine. Tutti e tre settori che stanno attualmente stampando rendimenti molto positivi per l’anno in corso e si presentano come maggiormente difensivi anche in ottica strategica.
Sul lato perdente del tavolo da gioco mettiamo quei comparti come finanziari, industriali e soprattutto energy che restano, ad oggi, più vulnerabili dalla crisi pandemica. Le stesse divergenze si devono affrontare a livello geografico. Le istituzioni europee sono state finalmente in grado di trovare un buon equilibrio tra i vari paesi con un piano di prestiti che dovrebbe contribuire a ridurre le divergenze.
L’accordo è uno snodo di sviluppo importante per il mercato azionario europeo, in quanto potrebbe portare a un ulteriore restringimento del premio europeo per il rischio rispetto agli Stati Uniti. Si rafforza dunque la sensazione che l’Europa, con un migliore controllo della pandemia e minori rischi politici, rispetto alle incombenti elezioni presidenziali USA, possa finalmente iniziare a fare meglio di Wall Street. Per ora resta una percezione, forse una speranza, visti i recenti numeri di performance, mentre risulta più concreto il passo che hanno fatto e stanno facendo i mercati emergenti, forse la vera ed unica alternativa alla leadership statunitense per i prossimi anni. I dati macro, in particolare quelli cinesi, sono notevolmente migliorati, sia dal lato manifatturiero che da quello dei servizi e le condizioni finanziarie restano di supporto per tali aree spinte da bassi rendimenti reali, da un dollaro USA più debole e da prezzi delle materie prime industriali più alti che porta effetti positivi per i paesi emergenti esportatori. Questi sono i temi che si delineano come discriminanti per i prossimi mesi, in particolare per la fase autunnale, mentre nell’immediato si conferma un po’ di incertezza con il rischio che l’azionario arresti, almeno temporaneamente, il suo percorso di recupero proprio in prossimità della fase estiva. Nei mercati obbligazionari non si attendono invece particolari novità. I temi a spread vanno riallineandosi dopo lo shock e, per certi versi sembra essere già iniziata una sorta di pausa estiva. L’attività nei mercati primari si è allentata sia sui titoli di Stato che per il credito con nuove emissioni diminuite in modo significativo nelle ultime settimane. Confermate le dinamiche di indebolimento del Dollaro mentre resta ben impostato l’oro, soprattutto in una logica strategica.
Commento Agosto 2020
Ago 17NUOVE NUVOLE ALL’ORIZZONTE?
L’inizio della fase estiva si caratterizza per l’innalzamento della temperatura anche sui mercati finanziari. Dopo mesi di recupero veloce, ampio e dissociato dai dati economici reali, qualche nodo in più sta emergendo e le aspettative dei mercati iniziano a confrontarsi con la realtà fatta da una diffusione del contagio che prosegue, in alcune zone senza controllo, e da un tessuto economico che misura i danni in termini di Pil e di fatturato mancato e molto probabilmente mancante anche per i trimestri a venire.
Con l’arrivo della sorpresa “Coronavirus”, che ha causato la più rapida e profonda recessione che la storia ricordi, le Autorità Monetarie sono state pronte e velocissime ad organizzare un intervento di intensità ed efficacia altrettanto eccezionale che, unito agli interventi dei governi a sostegno del reddito delle famiglie e della liquidità delle imprese, ha bloccato sul nascere le tensioni sui mercati. Di fronte, dunque, al rischio di una esplosione della crisi da debito, le banche centrali hanno abbassato i rispettivi tassi a livelli storicamente minimi e non saranno in grado di rialzarli per molto tempo, inviando in tal modo un messaggio molto chiaro: indebitatevi, è il momento di farlo!
Affondando ancora un po’ di più in questa era monetaria dove il denaro è gratuito per l’economia globale si delineano conseguenze molto significative. L’azione delle banche centrali, che mantengono i tassi di interesse a zero, è il fenomeno finanziario principale che influenzerà tutti gli altri. Permetterà a Stati, Imprese e Famiglie un maggior indebitamento il cui peso però a livello di bilancio sarà proporzionalmente più leggero e sarà sostenibile almeno finché la crescita economica lo supporterà ed il costo dei finanziamenti rimarrà basso.
Le conseguenze di tale paradigma sui mercati finanziari si sono immediatamente trasmesse e, poiché le obbligazioni non rendono più nulla, gli investitori sono alla ricerca di rendimenti più elevati, anche se ciò significa assumersi maggiori rischi. Molti di loro hanno ripiegato e ripiegano sui mercati azionari.
Questo atteggiamento spiega le performance degli ultimi mesi, anche del mese di luglio che, tuttavia, ha mostrato qualche incertezza in più. Restano molto positivi gli Stati Uniti (+5.5%) ed in generale tutta l’area Emergenti (+6.4%) mentre soffrono ancora gli azionari Euro (-1.85%) ed il Giappone (-4.0%), solo la valuta (Dollaro debole) riesce a ristabilire un maggiore equilibrio a livello di saldo fra le aree principali. Le oscillazioni dei cambi trovano dunque un po’ di volatilità in più (Euro/Usd +4.8%, Eur/Yen +2.9%) mentre sulle materie prime il Petrolio si stabilizza a ridosso dei target a 45$ mentre sale molto l’oro che prosegue il trend positivo candidandosi al ruolo di assicurazione verso azioni ed obbligazioni.
Nello spazio del reddito fisso, il Fondo di Risanamento riduce in modo significativo la percezione di rischio sovrano in Europa mentre in generale il comparto ritrova stabilità e quotazioni a livello pre-crisi. Rimane il preoccupante contesto sanitario ed economico generato dal Covid, ma i mercati finanziari sembrano non vederlo: guardano certamente avanti, tra dati congiunturali in impennata e previsioni degli economisti difficilmente precise in questa fase.
La direzione di fondo è ben delineata e guidata dalla politica monetaria ma l’equilibrio di breve rimane più difficile da trovare e resta alta di conseguenza anche la volatilità. Nel complesso i mercati azionari sembrano immuni alle preoccupazioni contingenti ed a prima vista può sembrare che gli investitori si siano allineati con questa visione, ma uno sguardo più attento alle dinamiche sottostanti ci fornisce un quadro più puntuale di come i mercati si stiano sviluppando.
Le performance, del settore azionario in particolare, sono sostenute si dall’impatto politico e monetario ma sono anche ben indirizzate dall’effetto Covid e dalla nuova narrativa comportamentale che si sviluppa attorno al tema stesso. Ciò è ben visibile nella persistente sovraperformance dei settori che traggono beneficio dall’ambiente “Stay at Home” come tecnologia, servizi di comunicazione e commercio OnLine. Tutti e tre settori che stanno attualmente stampando rendimenti molto positivi per l’anno in corso e si presentano come maggiormente difensivi anche in ottica strategica.
Sul lato perdente del tavolo da gioco mettiamo quei comparti come finanziari, industriali e soprattutto energy che restano, ad oggi, più vulnerabili dalla crisi pandemica. Le stesse divergenze si devono affrontare a livello geografico. Le istituzioni europee sono state finalmente in grado di trovare un buon equilibrio tra i vari paesi con un piano di prestiti che dovrebbe contribuire a ridurre le divergenze.
L’accordo è uno snodo di sviluppo importante per il mercato azionario europeo, in quanto potrebbe portare a un ulteriore restringimento del premio europeo per il rischio rispetto agli Stati Uniti. Si rafforza dunque la sensazione che l’Europa, con un migliore controllo della pandemia e minori rischi politici, rispetto alle incombenti elezioni presidenziali USA, possa finalmente iniziare a fare meglio di Wall Street. Per ora resta una percezione, forse una speranza, visti i recenti numeri di performance, mentre risulta più concreto il passo che hanno fatto e stanno facendo i mercati emergenti, forse la vera ed unica alternativa alla leadership statunitense per i prossimi anni. I dati macro, in particolare quelli cinesi, sono notevolmente migliorati, sia dal lato manifatturiero che da quello dei servizi e le condizioni finanziarie restano di supporto per tali aree spinte da bassi rendimenti reali, da un dollaro USA più debole e da prezzi delle materie prime industriali più alti che porta effetti positivi per i paesi emergenti esportatori. Questi sono i temi che si delineano come discriminanti per i prossimi mesi, in particolare per la fase autunnale, mentre nell’immediato si conferma un po’ di incertezza con il rischio che l’azionario arresti, almeno temporaneamente, il suo percorso di recupero proprio in prossimità della fase estiva. Nei mercati obbligazionari non si attendono invece particolari novità. I temi a spread vanno riallineandosi dopo lo shock e, per certi versi sembra essere già iniziata una sorta di pausa estiva. L’attività nei mercati primari si è allentata sia sui titoli di Stato che per il credito con nuove emissioni diminuite in modo significativo nelle ultime settimane. Confermate le dinamiche di indebolimento del Dollaro mentre resta ben impostato l’oro, soprattutto in una logica strategica.