Seppur con qualche incertezza di carattere tecnico legata agli eccessi rialzisti delle scorse settimane, il quadro resta costruttivo e positivo sui mercati favorendo un posizionamento di fine anno propedeutico ad accompagnare un miglioramento del contesto economico atteso per il 2021.
Dall’inizio di novembre le notizie positive hanno accompagnato i mercati finanziari aumentando sensibilmente la propensione al rischio degli investitori ed annullando le incertezze del mese precedente. Le comunicazioni sui vaccini contro il coronavirus ed i risultati “certi” delle elezioni statunitensi con il cambiamento del nuovo presidente, si sono unite alle rassicurazioni cinesi circa il mantenimento di un adeguato tasso di crescita economico affiancato dalla focalizzazione su innovazione e consumi interni. Tutto ciò ha fatto da acceleratore al percorso di miglioramento e salita dei mercati finanziari che hanno chiaramente già iniziato a scontare questa sorta di luce alla fine del tunnel della pandemia. Il risultato si è tradotto non solo in una forte performance rialzista dei mercati azionari e creditizi, ma anche in una estrema rotazione settoriale all’interno del mondo azionario.
La salita di novembre, a livello globale, si attesta attorno al +12% trainata da flussi in acquisto soprattutto su tutte quelle tematiche che si presentavano in una condizione di sottovalutazione e non avevano ancora partecipato, se non in modo residuale, al recupero dopo la crisi di inizio anno. Brillano le azioni di Italia, Spagna e Francia, oltre il +20% nel mese, insieme a Brasile e Russia sul lato emergenti mentre, a livello settoriale, Finanziari e soprattutto Energy raccolgono il maggior consenso consegnando extrarendimenti ben superiori al 10% rispetto agli altri comparti. L’indice Eurostoxx50 segna il miglior mese della sua storia, non ci sono infatti precedenti storici di fronte al +18% di novembre e ciò conferma la straordinarietà del periodo e dell’evento. Anche se estendiamo l’osservazione al più maturo mercato statunitense (+10.7%), i precedenti si contano su poco più che le dita di una mano dandoci quantomeno la possibilità di osservare come in precedenza eccessi positivi di tale portata abbiamo comunque accompagnato i mercati nei trimestri successivi in una prosecuzione del rialzo oltre l’euforia iniziale. Il clima di risk-on si è esteso anche agli strumenti obbligazionari, in particolare alle tematiche a spread premiando in modo incrementale il rischio del sottostante, +3.3% Corporate, +4.8% HighYield e +4.5% i bond emergenti mentre sul lato governativo l’Italia è stata maggiormente premiata (+0.88%) con un rientro dello spread a quota 120. Altri due elementi sottolineano il mese appena concluso: da un lato la ritrovata forza del petrolio, che dopo alcuni mesi di stabilizzazione, sull’onda della potenziale normalizzazione dei cicli economici più tradizionali recupera altro terreno (+27% nel mese) e si prepara ad affrontare lo scoglio delle quotazioni a ridosso dei 50$; dall’altro la conferma di forza della valuta Euro, in termini generali ma soprattutto verso il Dollaro ponendo le basi per riuscire a dare un imprinting strategico al suo futuro percorso di generale apprezzamento.
Come detto questa generalizzata positività, oltre ad essere stata veloce e molto impattante in termini di performance è stata caratterizzata anche da una rotazione tematica eccezionale in cui i settori e gli stili perdenti si sono presi una rivincita. Certamente dall’inizio della crisi si era creata una tale divergenza di risultati fra alcuni comparti da definire insostenibili le soglie di sottorendimento, scatenando la corsa al riallineamento delle posizioni, favorite anche dal potenziale cambio di paradigma nei futuri atteggiamenti politici negli stati uniti.
Tutto ciò ha offerto l’opportunità di pensare ad una rotazione delle tematiche ma il riallineamento è stato improvviso ed estremo in termini di portata, tale da essere nell’immediato difficilmente confermato e replicato. Serviranno dunque alcuni mesi per misurare chiaramente la nascita di una nuova tendenza e scommettere sulla sostenibilità di una mutazione qualitativa delle preferenze degli investitori di valenza strategica.
Ma se anche il lancio di massa di vaccini efficaci dovesse iniziare già nel secondo trimestre dell’anno prossimo, probabilmente dovremo aspettare la seconda parte dell’anno prossimo per vedere una normalizzazione delle abitudini di vita pubblica e l’economia dovrebbe guadagnare trazione nella seconda metà del 2021.
Questo dunque facilita la possibilità di assistere ad un temporaneo affievolirsi degli entusiasmi con il rischio di un rallentamento del rialzo ma, nonostante i rischi tecnici di breve termine, i mercati possono guardare avanti per anni di sviluppo con un sostegno politico/monetario record e delle prospettive di inflazione basse almeno fintanto che la crescita, seppur riacceleri rapidamente, si manterrà al di sotto della tendenza storica.
Gli approcci monetari rimangono estremamente accomodanti, ponendo le basi per supportare un ulteriore recupero economico soprattutto se accompagnate da sorprese positive dalla politica fiscale, il cui ruolo, tanto atteso dal mercato, è ad oggi in parte mancato. La recente esperienza di un rimbalzo a forma di V mostra come le economie possano essere in grado di riprendersi anche rapidamente una volta che l’ondata di infezioni si attenuerà. Questo depone a favore di una ripresa economica globale che si allargherà ed approfondirà durante il prossimo anno ed in tal senso è probabile che i mercati azionari inizino a scontare un allargamento della base di partecipazione alla ripresa economica dando maggior peso ai temi value e non solo puntando sulle aspettative dei comparti growth. Il riequilibrio potrà dunque riappianare anche alcune divergenze sul piano geografico favorendo maggiormente le azioni europee, più esposte alla crescita globale e favorite anche dalla potenziale rotazione settoriale mentre, in Usa, la ripresa resta guidata dagli investimenti pubblici ma la spesa dei consumatori rimane debole senza i continui stimoli governativi evidenziando il rischio potenziale di una crescita in decelerazione.
Difficilmente la nuova amministrazione democratica risolverà le tensioni tra Stati Uniti e Cina tuttavia il dialogo strategico e le potenziali aree di cooperazione andranno ad allargarsi rafforzando i presupposti di una crescita globale, elemento necessario e favorevole anche e soprattutto per i mercati emergenti con la Cina che resta favorita in una visione di medio periodo. Seppur con qualche incertezza di carattere tecnico legata agli eccessi rialzisti delle scorse settimane, il quadro resta costruttivo e positivo sui mercati favorendo un posizionamento di fine anno propedeutico ad accompagnare un miglioramento del contesto economico atteso per il 2021.
Commento Dicembre 2020
Dic 2LA GRANDE ROTAZIONE
Dall’inizio di novembre le notizie positive hanno accompagnato i mercati finanziari aumentando sensibilmente la propensione al rischio degli investitori ed annullando le incertezze del mese precedente. Le comunicazioni sui vaccini contro il coronavirus ed i risultati “certi” delle elezioni statunitensi con il cambiamento del nuovo presidente, si sono unite alle rassicurazioni cinesi circa il mantenimento di un adeguato tasso di crescita economico affiancato dalla focalizzazione su innovazione e consumi interni. Tutto ciò ha fatto da acceleratore al percorso di miglioramento e salita dei mercati finanziari che hanno chiaramente già iniziato a scontare questa sorta di luce alla fine del tunnel della pandemia. Il risultato si è tradotto non solo in una forte performance rialzista dei mercati azionari e creditizi, ma anche in una estrema rotazione settoriale all’interno del mondo azionario.
La salita di novembre, a livello globale, si attesta attorno al +12% trainata da flussi in acquisto soprattutto su tutte quelle tematiche che si presentavano in una condizione di sottovalutazione e non avevano ancora partecipato, se non in modo residuale, al recupero dopo la crisi di inizio anno. Brillano le azioni di Italia, Spagna e Francia, oltre il +20% nel mese, insieme a Brasile e Russia sul lato emergenti mentre, a livello settoriale, Finanziari e soprattutto Energy raccolgono il maggior consenso consegnando extrarendimenti ben superiori al 10% rispetto agli altri comparti. L’indice Eurostoxx50 segna il miglior mese della sua storia, non ci sono infatti precedenti storici di fronte al +18% di novembre e ciò conferma la straordinarietà del periodo e dell’evento. Anche se estendiamo l’osservazione al più maturo mercato statunitense (+10.7%), i precedenti si contano su poco più che le dita di una mano dandoci quantomeno la possibilità di osservare come in precedenza eccessi positivi di tale portata abbiamo comunque accompagnato i mercati nei trimestri successivi in una prosecuzione del rialzo oltre l’euforia iniziale. Il clima di risk-on si è esteso anche agli strumenti obbligazionari, in particolare alle tematiche a spread premiando in modo incrementale il rischio del sottostante, +3.3% Corporate, +4.8% HighYield e +4.5% i bond emergenti mentre sul lato governativo l’Italia è stata maggiormente premiata (+0.88%) con un rientro dello spread a quota 120. Altri due elementi sottolineano il mese appena concluso: da un lato la ritrovata forza del petrolio, che dopo alcuni mesi di stabilizzazione, sull’onda della potenziale normalizzazione dei cicli economici più tradizionali recupera altro terreno (+27% nel mese) e si prepara ad affrontare lo scoglio delle quotazioni a ridosso dei 50$; dall’altro la conferma di forza della valuta Euro, in termini generali ma soprattutto verso il Dollaro ponendo le basi per riuscire a dare un imprinting strategico al suo futuro percorso di generale apprezzamento.
Come detto questa generalizzata positività, oltre ad essere stata veloce e molto impattante in termini di performance è stata caratterizzata anche da una rotazione tematica eccezionale in cui i settori e gli stili perdenti si sono presi una rivincita. Certamente dall’inizio della crisi si era creata una tale divergenza di risultati fra alcuni comparti da definire insostenibili le soglie di sottorendimento, scatenando la corsa al riallineamento delle posizioni, favorite anche dal potenziale cambio di paradigma nei futuri atteggiamenti politici negli stati uniti.
Tutto ciò ha offerto l’opportunità di pensare ad una rotazione delle tematiche ma il riallineamento è stato improvviso ed estremo in termini di portata, tale da essere nell’immediato difficilmente confermato e replicato. Serviranno dunque alcuni mesi per misurare chiaramente la nascita di una nuova tendenza e scommettere sulla sostenibilità di una mutazione qualitativa delle preferenze degli investitori di valenza strategica.
Ma se anche il lancio di massa di vaccini efficaci dovesse iniziare già nel secondo trimestre dell’anno prossimo, probabilmente dovremo aspettare la seconda parte dell’anno prossimo per vedere una normalizzazione delle abitudini di vita pubblica e l’economia dovrebbe guadagnare trazione nella seconda metà del 2021.
Questo dunque facilita la possibilità di assistere ad un temporaneo affievolirsi degli entusiasmi con il rischio di un rallentamento del rialzo ma, nonostante i rischi tecnici di breve termine, i mercati possono guardare avanti per anni di sviluppo con un sostegno politico/monetario record e delle prospettive di inflazione basse almeno fintanto che la crescita, seppur riacceleri rapidamente, si manterrà al di sotto della tendenza storica.
Gli approcci monetari rimangono estremamente accomodanti, ponendo le basi per supportare un ulteriore recupero economico soprattutto se accompagnate da sorprese positive dalla politica fiscale, il cui ruolo, tanto atteso dal mercato, è ad oggi in parte mancato. La recente esperienza di un rimbalzo a forma di V mostra come le economie possano essere in grado di riprendersi anche rapidamente una volta che l’ondata di infezioni si attenuerà. Questo depone a favore di una ripresa economica globale che si allargherà ed approfondirà durante il prossimo anno ed in tal senso è probabile che i mercati azionari inizino a scontare un allargamento della base di partecipazione alla ripresa economica dando maggior peso ai temi value e non solo puntando sulle aspettative dei comparti growth. Il riequilibrio potrà dunque riappianare anche alcune divergenze sul piano geografico favorendo maggiormente le azioni europee, più esposte alla crescita globale e favorite anche dalla potenziale rotazione settoriale mentre, in Usa, la ripresa resta guidata dagli investimenti pubblici ma la spesa dei consumatori rimane debole senza i continui stimoli governativi evidenziando il rischio potenziale di una crescita in decelerazione.
Difficilmente la nuova amministrazione democratica risolverà le tensioni tra Stati Uniti e Cina tuttavia il dialogo strategico e le potenziali aree di cooperazione andranno ad allargarsi rafforzando i presupposti di una crescita globale, elemento necessario e favorevole anche e soprattutto per i mercati emergenti con la Cina che resta favorita in una visione di medio periodo. Seppur con qualche incertezza di carattere tecnico legata agli eccessi rialzisti delle scorse settimane, il quadro resta costruttivo e positivo sui mercati favorendo un posizionamento di fine anno propedeutico ad accompagnare un miglioramento del contesto economico atteso per il 2021.