i prezzi, nell’immediato, non riflettono buona parte dei rischi e l’attuale positività, in eccesso, si scontra con i timori di un calo degli utili quando l’impatto dei blocchi sull’economia sarà più misurabile
Anche nel mese di maggio i mercati hanno confermato la predilezione per una visione ottimistica della crisi con la conferma di consolidamenti e recuperi generalizzati in contrapposizione con il quadro economico vigente ed emergente. Tutte le economie sono infatti in fase declinante, alcune più di altre, con un calo del PIL globale previsto che dovrebbe raggiungere il suo apice proprio nei prossimi mesi. In queste stime emergono le sostanziali divergenze fra regioni: le economie asiatiche emergenti, ad oggi, sembrano colpite meno duramente dei paesi sviluppati e grandi divergenze risultano evidenti in Europa dove l’attività tedesca risulta in netto vantaggio rispetto a Francia e soprattutto Italia e Spagna confermando come i paesi più virtuosi avranno un ulteriore vantaggio prospettico. Tutti i governi stanno cercando di trovare un non facile equilibrio fra la riduzione al minimo del numero di vittime e la contestuale riduzione al minimo del danno economico a lungo termine e riteniamo che la traiettoria del ciclo economico dipenderà molto dai vari meccanismi di amplificazione che le autorità monetarie utilizzeranno. Le banche centrali hanno svolto fin qui un ruolo chiave attraverso la disposizione di liquidità illimitata e questa azione è quella che ha permesso la drastica riduzione del rischio che l’economia globale cadesse in depressione ed ha contemporaneamente incoraggiato gli investitori ad aggiungere Risky Assets ai propri portafogli.
Le azioni, in particolare, insieme alle obbligazioni a più alto rischio hanno mantenuto il trend positivo del mese di aprile ampliando il movimento di recupero a V sebbene con una dinamica frammentata che allarga i timori circa la sostenibilità immediata del rialzo. Le divergenze si sono registrate anche sotto il punto di vista qualitativo con una selettività che resta elevata sia a livello geografico che settoriale. La borsa Giapponese segna i maggiori progressi (oltre il +6% nel mese) mentre gli Stati Uniti ed i mercati Euro si attestano attorno al +4% con la Germania a trainare il rialzo (+6.6%) e gli altri paesi molto più rallentati. Ottimi risultati sulla borsa brasiliana (+8%) mentre le tensioni geopolitiche pesano su Hong Kong (-6.8%). A livello settoriale, il comparto tecnologico resta all’altezza delle aspettative, confermando il suo status di vincitore strutturale in questa crisi. Si dimostra best performer nel mese recuperando completamente i livelli pre-crisi. Segnano progressi importanti anche Telecomunicazioni ed Industriali con i settori ciclici che hanno sovraperformato i difensivi e le small cap che hanno battuto ampiamente le large cap. Anche sul fronte obbligazionario si è confermato il ritorno verso le attività più rischiose. I temi a spread hanno raccolto nuovi flussi con Corporate, High Yield ed Emergenti in forte salita. La Fed è riuscita a ripristinare la liquidità necessaria sul mercato favorendo performance di tutto rispetto sui Treasury ed il ritorno degli ultimi due mesi a favore degli asset più rischiosi come mercati azionari e creditizi non ha comunque causato una fuga dai titoli del Tesoro.
Sul lato Euro la BCE ha adottato misure necessarie per alleviare gli evidenti stress che si stavano accumulando nei mercati monetari e per salvaguardare il flusso di credito dal sistema bancario. Abbiamo quindi assistito a simili dinamiche anche nel vecchio continente, con il rendimento dei Bund in un intervallo ristretto ed un netto miglioramento nei paesi periferici dove gli spread, nonostante la volatilità sono rientrati in misura significativa su soglie di maggior sostenibilità.
Lo specchietto dei risultati si chiude con le Materie prime in forte salita. L’oro resta stabile (+2.6%) mentre sale molto il petrolio (+54%) che recupera circa metà della drammatica discesa degli scorsi mesi. Anche sul lato valutario si registrano le prime indicazioni di inversione di rotta con l’Euro in generale salita rispetto alle principali monete seppur in un contesto che rimane caratterizzato da oscillazioni nella norma se non al di sotto delle abitudini storiche di range.
Dalla fine di marzo, il rally dei mercati è stato guidato da due fattori fondamentali. Dapprima le misure di politica fiscale e monetaria senza precedenti adottate dalle autorità monetarie ed in seconda fase dall’evoluzione, in miglioramento, dei dati sul virus accompagnati dalla stagione dei risultati aziendali, negli Stati Uniti in particolare, che, forse un po’ a sorpresa, ha portato un ulteriore impulso positivo sul mercato. Per ora, questo atteggiamento fiducioso degli investitori, sta andando ben oltre il deterioramento dei dati economici globali, oltre gli effetti dei blocchi sui consumi e sugli investimenti ed oltre il rischio crescente di peggioramento delle relazioni commerciali USA-Cina. Questo è un grande segno di fiducia, oltre l’attualità economica ed oltre le aspettative ma, più questa positività, per certi versi irrazionale, proseguirà, più cresceranno, nel breve termine, le fragilità potenziali in grado di far fare un brusco arresto all’euforia rialzista del mercato. Se in una visione pluritrimestrale la scommessa rialzista sembra ben motivata, i prezzi, nell’immediato, non riflettono buona parte dei rischi e l’attuale positività, in eccesso, si scontra con i timori di un calo degli utili quando l’impatto dei blocchi sull’economia sarà più misurabile e con livelli di disoccupazione così ampi che difficilmente rientreranno in breve termine causando un effetto estremamente deprimente sulla crescita del reddito disponibile e sul lato consumi. La view tattica quindi permane cautelativa sull’azionario, rinunciando temporaneamente e parzialmente a partecipare ad eventuali ulteriori recuperi ma privilegiando un approccio immediato prudenziale e sfruttando potenziali flessioni di mercato per ricostituire un asset strategico orientato ad un miglioramento strutturale che probabilmente ripristinerà le condizioni prospettiche positive attese prima della crisi da Coronavirus.
Commento Giugno 2020
Lug 3EUFORIA GIUSTIFICATA?
Anche nel mese di maggio i mercati hanno confermato la predilezione per una visione ottimistica della crisi con la conferma di consolidamenti e recuperi generalizzati in contrapposizione con il quadro economico vigente ed emergente. Tutte le economie sono infatti in fase declinante, alcune più di altre, con un calo del PIL globale previsto che dovrebbe raggiungere il suo apice proprio nei prossimi mesi. In queste stime emergono le sostanziali divergenze fra regioni: le economie asiatiche emergenti, ad oggi, sembrano colpite meno duramente dei paesi sviluppati e grandi divergenze risultano evidenti in Europa dove l’attività tedesca risulta in netto vantaggio rispetto a Francia e soprattutto Italia e Spagna confermando come i paesi più virtuosi avranno un ulteriore vantaggio prospettico. Tutti i governi stanno cercando di trovare un non facile equilibrio fra la riduzione al minimo del numero di vittime e la contestuale riduzione al minimo del danno economico a lungo termine e riteniamo che la traiettoria del ciclo economico dipenderà molto dai vari meccanismi di amplificazione che le autorità monetarie utilizzeranno. Le banche centrali hanno svolto fin qui un ruolo chiave attraverso la disposizione di liquidità illimitata e questa azione è quella che ha permesso la drastica riduzione del rischio che l’economia globale cadesse in depressione ed ha contemporaneamente incoraggiato gli investitori ad aggiungere Risky Assets ai propri portafogli.
Le azioni, in particolare, insieme alle obbligazioni a più alto rischio hanno mantenuto il trend positivo del mese di aprile ampliando il movimento di recupero a V sebbene con una dinamica frammentata che allarga i timori circa la sostenibilità immediata del rialzo. Le divergenze si sono registrate anche sotto il punto di vista qualitativo con una selettività che resta elevata sia a livello geografico che settoriale. La borsa Giapponese segna i maggiori progressi (oltre il +6% nel mese) mentre gli Stati Uniti ed i mercati Euro si attestano attorno al +4% con la Germania a trainare il rialzo (+6.6%) e gli altri paesi molto più rallentati. Ottimi risultati sulla borsa brasiliana (+8%) mentre le tensioni geopolitiche pesano su Hong Kong (-6.8%). A livello settoriale, il comparto tecnologico resta all’altezza delle aspettative, confermando il suo status di vincitore strutturale in questa crisi. Si dimostra best performer nel mese recuperando completamente i livelli pre-crisi. Segnano progressi importanti anche Telecomunicazioni ed Industriali con i settori ciclici che hanno sovraperformato i difensivi e le small cap che hanno battuto ampiamente le large cap. Anche sul fronte obbligazionario si è confermato il ritorno verso le attività più rischiose. I temi a spread hanno raccolto nuovi flussi con Corporate, High Yield ed Emergenti in forte salita. La Fed è riuscita a ripristinare la liquidità necessaria sul mercato favorendo performance di tutto rispetto sui Treasury ed il ritorno degli ultimi due mesi a favore degli asset più rischiosi come mercati azionari e creditizi non ha comunque causato una fuga dai titoli del Tesoro.
Sul lato Euro la BCE ha adottato misure necessarie per alleviare gli evidenti stress che si stavano accumulando nei mercati monetari e per salvaguardare il flusso di credito dal sistema bancario. Abbiamo quindi assistito a simili dinamiche anche nel vecchio continente, con il rendimento dei Bund in un intervallo ristretto ed un netto miglioramento nei paesi periferici dove gli spread, nonostante la volatilità sono rientrati in misura significativa su soglie di maggior sostenibilità.
Lo specchietto dei risultati si chiude con le Materie prime in forte salita. L’oro resta stabile (+2.6%) mentre sale molto il petrolio (+54%) che recupera circa metà della drammatica discesa degli scorsi mesi. Anche sul lato valutario si registrano le prime indicazioni di inversione di rotta con l’Euro in generale salita rispetto alle principali monete seppur in un contesto che rimane caratterizzato da oscillazioni nella norma se non al di sotto delle abitudini storiche di range.
Dalla fine di marzo, il rally dei mercati è stato guidato da due fattori fondamentali. Dapprima le misure di politica fiscale e monetaria senza precedenti adottate dalle autorità monetarie ed in seconda fase dall’evoluzione, in miglioramento, dei dati sul virus accompagnati dalla stagione dei risultati aziendali, negli Stati Uniti in particolare, che, forse un po’ a sorpresa, ha portato un ulteriore impulso positivo sul mercato. Per ora, questo atteggiamento fiducioso degli investitori, sta andando ben oltre il deterioramento dei dati economici globali, oltre gli effetti dei blocchi sui consumi e sugli investimenti ed oltre il rischio crescente di peggioramento delle relazioni commerciali USA-Cina. Questo è un grande segno di fiducia, oltre l’attualità economica ed oltre le aspettative ma, più questa positività, per certi versi irrazionale, proseguirà, più cresceranno, nel breve termine, le fragilità potenziali in grado di far fare un brusco arresto all’euforia rialzista del mercato. Se in una visione pluritrimestrale la scommessa rialzista sembra ben motivata, i prezzi, nell’immediato, non riflettono buona parte dei rischi e l’attuale positività, in eccesso, si scontra con i timori di un calo degli utili quando l’impatto dei blocchi sull’economia sarà più misurabile e con livelli di disoccupazione così ampi che difficilmente rientreranno in breve termine causando un effetto estremamente deprimente sulla crescita del reddito disponibile e sul lato consumi. La view tattica quindi permane cautelativa sull’azionario, rinunciando temporaneamente e parzialmente a partecipare ad eventuali ulteriori recuperi ma privilegiando un approccio immediato prudenziale e sfruttando potenziali flessioni di mercato per ricostituire un asset strategico orientato ad un miglioramento strutturale che probabilmente ripristinerà le condizioni prospettiche positive attese prima della crisi da Coronavirus.