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Commento Maggio 2020

Mag 1

UN RECUPERO SOLIDO?

Quando le aspettative sono poco limpide diventa più facile per gli investitori essere preda di emozioni e pregiudizi, subendo ed alimentando la volatilità delle quotazioni con decisioni che sfociano in investimenti poco ottimali.

Dopo lo shock inziale con livelli di perdite temporanee da record storico, i mercati hanno prontamente reagito e sembra stiano scommettendo su una ripresa abbastanza rapida dalla crisi da coronavirus. Le ultime settimane infatti sono state caratterizzate da segnali positivi e la volatilità è scesa ulteriormente, ad indicare che i mercati stanno portando avanti velocemente il tentativo di normalizzazione. Le principali borse hanno proseguito ad aprile il recupero iniziato nelle ultime settimane di marzo, riconquistando ad oggi circa la metà delle perdite segnate nel periodo precedente. I tassi d’interesse sono rimasti stabili su soglie molto contenute senza arrivare a segnare nuovi minimi mentre sono rientrati in modo netto gli spread sia degli High Yield che dei Paesi emergenti.

Se nella fase inziale della crisi non c’è stato un posto dove nascondersi e tutte le attività più redditizie hanno pesantemente sofferto, ora su questa iniziale recovery è riapparsa in modo marcato la selettività. Ancora una volta gli Stati Uniti hanno mostrato maggior reattività (+12% S&P500) con il Nasdaq che si è riportato vicino alla parità come performance da inizio anno, mentre le borse dell’area Euro faticano di più nel recupero. La migliore in Europa è la Germania che si ferma a +9% nel mese con gli altri paesi che non superano il 3-4% di salita. Anche il Giappone registra recuperi limitati mentre sugli emergenti i rialzi sono stati più corposi sebbene il saldo da inizio anno resti, in generale, uno dei più negativi.

Per quanto riguarda i settori, le differenze di risultato sono state marcate. Normalmente su reazioni di recupero a V, come l’attuale, in molti si aspettano che i temi più penalizzati tendano a reagire maggiormente. Spesso le eccezioni sono più delle norme. In questo caso Energy e Ciclici ottengono i risultati migliori con Technology ed Healthcare che confermano una significativa solidità. Sono invece Finanziari ed Industriali a sfruttare meno il recupero avendo perso comunque molto durante la crisi ed accompagnano, nella sottoperformance di queste settimane, Utilities e Non Ciclici che invece restano tra i best performer della fase negativa.

Il reddito fisso prova a riprendersi dall’indimenticabile “difficoltà di marzo” caratterizzato da incertezza e volatilità significativa nei mercati dei tassi globali con un deterioramento della liquidità che ha preoccupato anche porti sicuri, come Bund e Treasury statunitensi. Le oscillazioni hanno iniziato a normalizzarsi grazie alle importanti azioni di politica monetaria delle banche centrali.

La portata degli interventi è senza precedenti e dovrebbe continuare ad esercitare una pressione al ribasso sui rendimenti dei governativi, soprattutto dei paesi con equilibri di bilancio più solidi. L’assicurazione circa la disponibilità di liquidità ha mitigato gli squilibri sugli spread delle società investment grade che si erano ampliati in modo significativo, quasi estremo, all’inizio di marzo consegnando recuperi importanti su tutto il comparto sia Investment grade che High Yield. Anche la parte di Bond emergenti beneficia del recupero sebbene restino maggiori le incertezze, riflesso del forte deterioramento delle prospettive economiche su quelle aree.

Sulle materie prime l’attenzione resta puntata su Petrolio ed Oro. Il primo pesantemente negativo da inizio anno, in forte recupero ora ma sempre accompagnato da volatilità elevata ed alle prese con gli squilibri tra domanda e offerta che restano ampi. Sull’Oro (+6.9% ad aprile), sebbene sembri scontato parlare di effetti da bene rifugio, in realtà il vero snodo nell’apprezzamento del mercato è da attribuire ad un cambiamento strategico delle valutazioni in cui la condizione di tassi reali negativi sta trasformando il metallo prezioso in una sorta di sostituto agli investimenti obbligazionari governativi. 

Tre mesi dopo l’inizio di questa crisi i mercati finanziari sono ancora guidati dalle notizie sul coronavirus. Il sentiment è migliorato nelle ultime settimane con il declino della crescita delle infezioni in Cina ed in Europa e con le autorità di molti paesi che mostrano i primi passi per allentare le restrizioni.

Gli investitori confermano la loro fiducia, o forse speranza, nella capacità delle banche centrali e dei governi di limitare il danno economico grazie ad interventi di stimolo monetario e fiscale senza precedenti. Il costante recupero delle attività rischiose si collega con l’ipotesi di una recessione breve con conti pubblici e stabilità finanziaria nel suo complesso sostanzialmente gestibile e costi per il sistema già scontati negli eccessi di quotazione registrati. Difficile tuttavia che la risposta sia così semplice ed immediata e soprattutto che le conseguenze per l’economia ed i mercati siano così puntualmente stimabili.

L’attuale recupero ha certamente una natura di carattere emotivo e tecnico, molte aziende prezzano a sconto, le Banche Centrali sono risultate molto attive, le notizie sul Virus sono ampiamente scontate nei prezzi, questa recovery a V crea il timore di “perdere il treno”, ma tutto ciò resta legato al sentiment, che per quanto giusto, non tiene conto dei dati reali delle società, ancora sconosciuti, che potrebbero rappresentare una doccia fredda alle immediate aspettative.

L’incertezza sulla prospettiva del virus e la lunghezza dei blocchi rende difficile valutare il danno economico e l’entità della contrazione; e proprio l’incertezza rimarrà prevalente sulla convinzione delle prospettive economiche e di mercato per i prossimi trimestri. Esistono ancora molti quesiti sullo sviluppo della pandemia stessa e sulle misurazioni degli effetti economici per poter disegnare un percorso affidabile di potenziale sviluppo. Quando le aspettative sono poco limpide diventa più facile per gli investitori essere preda di emozioni e pregiudizi, subendo ed alimentando la volatilità delle quotazioni con decisioni che sfociano in investimenti poco ottimali. Dunque qualche incertezza nella dinamica si affaccerà nuovamente sul mercato nelle settimane a venire ma le indicazioni di recupero viste, significative ed immediate, pongono sui mercati degli argini ben delineati alla portata di questa crisi. Il clima ha alte probabilità di spostarsi verso una logica decisamente più costruttiva riportando risultati migliorativi per la fine di quest’anno. 

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